Le ciambelle del Mobys.

Mentre cavalcavo sulle verdi praterie venete, incontrai un mio vecchio amico, non satanasso quanto mio fratello ma circa-quasi: trattasi  nientemeno dello Sceriffo della Contea di Bassano del Grappa, Simon Pikarret.

Insieme, io e lo Sceriffo Simon (detto Saimon), abbiamo combattuto contro decinaia e decinaia di sporchi criminali, sbattuti prontamente al fresco e privati dei piaceri della vita, cioè della libertà, del sesso e del risotto all’isolana.

Essendo alquanto raro l’incontro con uno dei miei colleghi-stella di latta, l’occasione è stata buona per spararci nel gargarozzo due buone birre in un Saloon di Villafranca di Verona, notissimo crocevia di viandanti, cacciatori di taglie, cacciatori di fighe, carovane, diligenze, dirigenti, ecc.

Il buon vecchio sceriffo di Bassano non ha perso il suo smalto e il suo buon spirito. Fra una storia sporcacciona e l’altra, lui mi fece ricordare che un tempo scrissi un libro. E qua abbandoniamo la mia amata scena western, altrimenti non capirete un cazzo.

“Non tutte le ciambelle vengono con il buco”, rappresenta il mio primo ed unico libro. La cosa strana è che, in questo blog, non ve ne ho mai parlato. Incredibile ma vero.

Vivevo a Verona da appena 14 mesi, parliamo quindi del 2003, e gli amici con cui uscivo, continuavano a spingermi a scrivere un libro. Dicevano (e secondo me mi prendevano un poco pu’ culo …) che sparavo così tante battute e cazzate, che se avessi scritto qualcosa, sarebbe venuto fuori qualcosa di davvero carino.

Vi faccio ricordare che, ai tempi, non esisteva Facebook e nemmeno i Blog.

Convivevo con una veciotta in Valpolicella e avevo un bel pc ingombrante, altro che iPad ! Non essendo quindi distratto dai social media, (e nemmeno dall’hobby della fotografia), mi misi a scrivere una sorta di autobiografia. Ero contento in tutti i sensi. Mi sentivo “arrivato”, ma in realtà ero ancora al primissimo antipasto della mia avventura veronese. Ecco perchè, dopo qualche tempo, dissi che la cosa più difficile non è venire a lavorare al nord, ma restarci.

Ero soddisfatto della mia “opera”. Non so quanto tempo impiegai a scriverla. Appena terminato, andai in una tipografia veronese e me ne feci stampare una trentina di copie. Non badai a spese, ero contento sia di quello che avevo fatto, sia per il fatto che, per la prima volta in vita mia, c’era gente interessata a qualcosa partorita dal sottoscritto !

In una serata trascorsa in pizzeria, forse una delle più belle della mia vita, ho provveduto a distribuire (ovviamente aggratis !) le copie agli amici, molti dei quali vollero la classica firma dell’autore (ecco, in questo caso sono sicuro che mi stavano prendendo per il culo !).

copertina

“Finito di stampare nel Febbraio 2003”

In seguito arrivarono le “recensioni”, ovviamente a qualcuno non piacque, ma una cosa mi colpì, ed è uno dei motivi per cui stasera vi sto parlando del mio “best seller”: per qualche persona il libro di “Vincenzo Mobys appena arrivato da Palemmo”, era “importante” e, cosa ancora più incredibile, lo è stato anche negli anni a seguire e ancora oggi, nel 2019, malgrado il centinaio di post scritti su questo blog ! Era qualcosa che faceva riflettere. In pratica ottenni con una minchiata di libro ciò che non mi è mai riuscita col blog !

Come dice il buon Tiziano Ferro, il perchè non ve lo so spiegare. Sarà perchè ognuno aveva in mano qualcosa di cartaceo, sarà perchè ai tempi forse ero meno scemo di adesso, sarà perchè magari ero più genuino, meno acido e addirittura più sereno. Non lo so.

Fu proprio una delle lettrici (una riminese fenomenale, anche questa, ahimè, persa per strada…) a definire il libro “un bellissimo viaggio fra il dolce e l’amaro“, quel dolce e quell’amaro che divenne il motto di questo blog nonchè della mia stessa vita.

La stessa riminese (Mirella, se ricordo bene) mi disse: “Ora un romanzo !”. Dal 2003, onestamente, non ho mai pensato di scrivere un romanzo (troppo difficile, specie per uno che ha una cultura da istituto tecnico industriale). Il mio iPhone è pieno di appunti e note audio. Spesso mi è capitato di svegliarmi la notte e di registrare qualche appunto. Da pazzi, lo so. Non riesco ad iniziare a “fare sul serio”, sia perchè sarei l’ennesima goccia nell’immenso oceano del settore, sia perchè, come ho già detto, il Blog ha sempre appagato la mia voglia di scrivere.

A distanza di tantissimi anni, sono pochi gli amici che avevo allora e che ho ancora oggi. Tuttavia non dimenticherò mai quel gruppo, perchè è anche grazie a loro se io oggi sono quasi arrivato (perchè oggi sono davvero quasi arrivato, altro che 2003 !).

I momenti più difficili mi sono piombati addosso senza che li avessi più accanto, ma la vita è così. Chi di voi ha gli stessi venti amici che aveva vent’anni fa ? Credo sia impossibile. Una cosa però è certa: in questi 15 anni (minchia… quindici !) ho conosciuto altre persone fantastiche e queste persone (qualcuna conosciuta solo virtualmente), per me non valgono meno rispetto a tutti coloro ai quali ho distribuito il libro.

Per questo oggi sono qui. Perchè Gisella, Marzio, Rosuccia, Luca “il Lunco”, e tanti altri meno importanti di loro, li porterò per sempre nel mio cuore, ma oggi altri sono egualmente importanti. A questi altri dico che non ho altre copie stampate (non ghe l’ho nemmeno mi !), ma che possono ricevere via email il libro in formato .pdf. Non è la stessa cosa ma, come dice il buon pistoleSimon, ci adeguiamo ai tempi moderni. Mi fido di voi per quanto riguarda la  “non divulgazione”.

Ciao a tutti !

 

23 pensieri su “Le ciambelle del Mobys.

  1. Eh…bella forza avere un libro tutto bello rilegato, donato nientemeno che dall’autore…
    Ma io sono in possesso di un librucolo, rilegato artigianalmente, pieno di battute scritte BEN PRIMA di quello…
    Vincenzo, mi sa che non ti ricordi nemmeno di averlo scritto 🙂 si intitola SE QUESTA E’ UNA DONNA ricordi?
    Se vuoi te lo presto….!!!!

    Piace a 1 persona

COMMENTA