Lo squallido mercato delle Recensioni online.

“Morire di social”. Questa è stata una delle tante frasi scritte e dette dopo la morte della ristoratrice Giovanna Pedretti, la donna che si sarebbe uccisa dopo che sul web si scatenò un putiferio a seguito di una recensione riguardante la sua attività commerciale.

La recensione negativa di un cliente che lamentava il fatto di aver consumato la cena accanto a una coppia gay e a un disabile era reale oppure, come affermato perfino dalla Gran Visir di tutti i chiacchieroni virtuali Selvaggia Lucarelli, era falsa e questa polemica serviva solo al ristorante per attirare qualche quintale di pubblicità aggratis ?

Non si sa. Vero o falso, il Commissario Basettoni sta indagando e, con l’aiuto di Topolino, si spera di fare luce su questa brutta storia. Di sicuro, la povera Giovanna, non c’è più. Era una persona che stava male già di suo e che, dopo tutto sto caos, non ha retto al cosiddetto tamtam mediatico, oppure era tranquilla e felice ed essere tirata in ballo a livello nazionale, l’ha devastata ? Non lo sappiamo, anche perché non ha lasciato nemmeno un “pizzino” quindi, evidentemente, il suo insano gesto è stato pensato e messo in pratica nel giro di pochissime ore.

Esiste, ahimè, un vero e proprio mercato delle recensioni online. Pensavamo che la carta di 10 euro servisse solo per comprarsi qualche migliaio di follower su Instagram o di seguaci per la pagina Facebook, invece, tanto per cambiare, ogni cosa ha il suo prezzo.

Come scritto sul Messaggero, decine di siti di brokeraggio di finte recensioni offrono pacchetti a pagamento con tariffe competitive tra di loro. Qualche esempio di costo: dieci recensioni positive su Google a 127 euro, 100 a 997 euro. Sui social poi le tariffe sono decisamente più vantaggiose: 10 recensioni su Facebook costano 79 euro.

E’ molto triste per tutti una cosa del genere e non è escluso che il Governo adotti qualche provvedimento per dare una regolata a questo mondo.

Io scrivo le mie recensioni su Google e su Booking. Quest’ultimo sito, secondo me, è il più affidabile perché le recensioni vengono scritte dagli ospiti che hanno DAVVERO alloggiato in quella determinata struttura. Inoltre, dopo 36 mesi, i giudizi vengono archiviati e il punteggio viene poi ricalcolato in base alle recensioni che sono ancora online. Mi sembra buono e giusto, considerato che, dopo tre anni, un’attività chissà quanto è cambiata e, di conseguenza, non ha molto senso lasciare online un giudizio attribuito quando c’era il vecchio staff o addirittura un’altra proprietà.

Per il resto, lo so, è tutto un magna magna e soprattutto una miriade di commenti scritti at minchiam da persone che in realtà non hanno gradito qualcosa. Chi va a casa felice, spesso nemmeno la scrive una recensione.

Proprio per cercare di differenziarmi dalla massa (toh ! Novità del Mobys), io faccio esattamente il contrario, ovvero evito commenti negativi dovuti magari alla mia incazzosità, e scrivo complimenti a chi merita il mio giudizio positivo.

Le cose davvero negative che ho scritto, riguardavano cose per me oggettivamente indiscutibili: il mancato cambio di asciugamani, un box doccia di cinquanta centimetri quadrati, la “ditata” veloce sul bordo della tazzina per togliere la sbavatura di caffè o, come scritto in queste pagine, mezzo litro di olio che rendeva la mia adorata AOP una minestra, non un piatto di spaghetti aglio olio e peperoncino come Dio comanda !

Qualche rarissima critica e tanti, tantissimi, complimenti.

La soddisfazione più grande ? A parte un gelato offerto a Caorle, una ragazza che lavora in un bar zona Valpolicella in cui spesso, il sabato, vado a fare la “colazione del week end”, non appena le dissi che io sono “quel” Mobys, mi rispose che il suo titolare le aveva raccontato di essere molto felice di aver letto delle splendide parole su internet: “Per uno che si alza ogni giorno alle 5 di mattina è una soddisfazione

Ecco, io non volevo/voglio gelati o caffè offerti, ho semplicemente detto la verità. La gente che lavora con passione si vede, i superficiali che se ne sbattono il cazzo avranno sempre il mio giudizio negativo, dentro e fuori il web.

Per il resto, ognuno di noi dovrebbe farsi un’idea e valutare in base, ripeto, all’oggettività, non alla soggettività del giudizio. “Il cameriere era scortese”, “le porzioni erano misere”, “il pomodoro sapeva di ketchup, “il pesce era scarso di carne”, sono tutte minchiate che lasciano il tempo che trovano. Ieri, per farvi un esempio, sono andato in una nuova lavanderia automatica perché in UNA recensione (a proposito di cose importanti da scrivere), c’era scritto che detersivo e ammorbidente sono compresi nel lavaggio, quindi non devi portarti alcun flacone da casa o spendere altri schei per comprarlo in loco. Queste sono informazioni oggettivamente utili !

A proposito di lasciare il tempo che trovano, consentitemi di dire che le recensioni di Amazon, in quanto a credibilità, sono il peggio di qualsiasi altra piattaforma. E’ logico: a qualcuno viene spedito il prodotto per testarlo “in cambio di una recensione sincera”. Voglio proprio vedere quanto sei sincero dopo che hai ricevuto una bambola gonfiabile aggratis. Mai ‘na gioia per me ! In secondo luogo IO STESSO sono stato uno dei tanti che ha dato il massimo dei voti a un prodotto solo perché, spedendo via email lo screenshot della schermata, ottenevo 5-10 euro di sconto. Non sei onesto nei confronti degli altri acquirenti ? Ma sai quanto cazzo me ne frega ? Sai a che ora mi sveglio io la mattina ? 🙂

C’è anche da considerare che in giro c’è gente un tantino ignorante che non sa nemmeno capire che la recensione su quel Bar al centro di Recanati scritta da tal Leopardi Giacomo, non è molto credibile ! 🙂

All’inizio parlavo di possibili provvedimenti legislativi (anche se il problema ovviamente è mondiale !). In effetti, e questa cosa potrebbe valere sia per le recensioni che per qualsiasi altra cosa che viene scritta sul web, ovviamente Blog compresi, firmare col proprio nome e cognome verificabile in qualche maniera, sarebbe probabilmente il minimo.

Io stesso sono Vincenzo Mobys non certo per nascondere il mio cognome, ma semplicemente perché, da quando mi collegavo col modem 56K, iniziai a farmi chiamare Mobys e oggi, molta gente, mi chiama così a prescindere da Internet. Il Vincenzo l’ho quasi dimenticato, figuriamoci il cognome !

In ogni caso, mi sembrerebbe giusto, ciò detto dall’ultimo dei blogger, che nel momento in cui scrivo “Giorgio sei un frocio”, “Pizza schifosa in cui ho trovato una mosca che si scopava una cimice”, ecc. ecc., visto che quell’attività commerciale (o quella persona), è perfettamente identificabile, anche chi recensisce, dovrebbe esserlo, altrimenti, come vediamo da anni, è una mera giungla, a prescindere dalle recensioni positive/negative e dai suicidi.

Ricordatevi che gli esseri umani che hanno il coraggio di essere umani sono senza dubbio migliori dei leoni da tastiera.

Alla prossima ! Musica maestro:

14 pensieri su “Lo squallido mercato delle Recensioni online.

  1. Io do retta alle recensioni solo quando il loro numero è “statisticamente” elevato, perché dubito che su 1500 recensioni, tutte possano essere state “comperate”. Se le recensioni sono solo una decina, e tutte da 5 stelle, allora qualche dubbio mi viene.

    Anni fa, all’inizio del boom di Trip Advisor, ero solito anch’io fare recensioni e dare voti, poi ho smesso perché mi sembrava inutile. Infatti si passava da un estremo all’altro (“ottimo”, oppure “fa schifo”) e in effetti il dubbio che venissero pagate sia le positive che le negative l’ho sempre avuto.

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  2. Ciao Vinz, ti chiamo da sempre così, io una volta facevo le mie belle recensioni su Trip, poi mi son rotto le balle. Quando devo scegliere un locale x pranzo in località non conosciute, un’occhiata a alle varie recensioni le do. Ti racconto comunque un episodio: nel 2016 ero in ferie in Puglia e avevo trovato un ottimo locale che faceva anche asporto con una miriade di prodotti locali molto selezionati. Consigliai alla titolare di aprirsi un profilo su Trip, ma lei non sapeva come fare. Allora lo feci io per lei e corredai il tutto con un’ottima recensione. Fatto sta che il tutto è decollato e ora vende anche online, mi ha ringraziato un casinò di volte(siamo restati in contatto su fb). Ma l’argomento che hai toccato più importante è lo stalking dei leoni da tastiera. Ora non so cosa ci sia di vero e falso in tutta la faccenda ma sicuramente un disagio c’era. Auspico un intervento è una regolarizzazione della materia

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  3. E stavolta meriti una standing ovation, Vincenzo! Applausi sinceri, neh. C’è, per essere equi, anche il caso di chi su Goggle recensisce molto più che positivamente attività dalle quali, a recensione fatta, riceve pesci in faccia (eufemismo, neh… sono una signora) dalla recensita.

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  4. L’argomento è scottante. La vicenda della ristoratrice ma anche di tanti ragazzi vittime di cyberbullismo, che reagiscono scegliendo la vendetta o il suicidio sono figlie di questo periodo assurdo, in cui si preferisce sbattere il mostro in prima pagina, spesso senza nemmeno verificare i fatti, anziché andare al di là delle apparenze e ragionare se ciò che viene “passato” abbia un senso.
    Anziché stare tutto il giorno su internet a farsi i fatti degli altri (vedi i vari social, Grande Fratello o simili) non sarebbe meglio spendere 10 minuti del proprio tempo per chiamare un proprio caro (parente o amico) e chiedere sinceramente come sta?
    La parola di un amico, una sensazione di interessamento fanno miracoli.
    Altro che guardare “C’è posta per te”!

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  5. Come al solito Internet ha portato all’esagerazione (in senso negativo) qualcosa che era nato per portare “verità” che sicuramente non è associabile, almeno ad oggi, alle recensioni.
    Pure io ho notato giudizi tipo “migliore ristorante mai provato” e poi vedi che è l’unica recensione della loro vita 😀
    Di certo le sfumature non ti sfuggono mai, ed è utile che se ne parli, che tu ne parli…che ci fai riflettere, e noi ne parliamo e facciamo riflettere altri…
    Non solo cabaret nei tuoi articoli. Complimenti.

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