“E’ figlie – I Figli”, la stupenda poesia di Lello Florio.

Oggi sono stato fortunato perché su Instagram ho visto casualmente un video che mi ha consentito di conoscere una stupenda poesia napoletana, ossia “E’ Figlie” (I figli) di Lello Florio, recitata magistralmente da un altro poeta, Antonio Fusco, in una trasmissione di Paolo Bonolis (Il senso della vita).

Alla fine di questo articolo, troverete il link di Youtube, anche perché leggere questa poesia mi ha colpito tantissimo ma, credetemi, vederla recitare da una persona che ci mette evidentemente passione e cuore (lo dico anche se sono un povero ignorante), è altrettanto meraviglioso.

E’ Figlie 

Mio padre m’ha ditto
ca ‘o pate l’ha ditto
ca ‘e figlie se vasano n’suonno?
Adesso capisco pecché si me vase me pare ca me mette scuorno!
E figlie si dormono non ponnu sapé si ‘o pate po se l’ha vasate.
Quand’ero vuaglione io desiderava sti gest d’affette a papà.
Lui condizionato dei detti do pate non è riuscito a me fa.
Aspettava ca papà mi veniva a vasà, quante notti so state scitate,
po quande veniva fingevo e durmì
e non mo puteva abbraccia teneva paura ca si mi scopriva po’ non mo veniva chiu a dà.
E figlie si dormono non ponnu sapé si ‘o pate po se l’ha vasate.
“Mio padre m’ha ditto
ca ‘o pate l’ha ditto
ca ‘e figlie se vasano n’suonno?
Però certi detti,
sono detti sbagliati,
è inutile a ce girà attuorno.
I’so’ stato figlio,ma mò, songo pate,
‘sti ‘ccose me songo mancate.
Picciò, nun aspettoca vanno a durmì,
I’ ‘e figlie m’è vaso scetate.

(Lello Florio)

I figli

Mio padre mi ha detto che il padre gli ha detto
che i figli sì baciano quando dormono?
Adesso capisco perché se mi bacia sembra che ho vergogna!
I figli se dormono non possono sapere se il padre poi se li è baciati.
Quando ero ragazzo io desideravo questi gesti di affetto da parte di mio padre.
Lui condizionato dai detti del padre non è riuscito a farmeli.
Aspettavo che mio padre mi veniva a baciare, quante notti sono stato sveglio,
poi quando arrivava fingevo di dormire
e non potevo abbracciarlo, avevo paura che se mi scopriva non veniva più a baciarmi.
I figli se dormono non possono sapere se il padre poi se li è baciati.
Mio padre mi ha detto che il padre gli ha detto che i figli sì baciano quando dormono?
Però certi detti sono sbagliati,
è inutile che ci giri intorno.
Io sono stato figlio, ma ora sono padre,
queste cose mi sono mancate. perciò, non aspetto che vanno a dormire,
i figli me li bacio quando sono svegli.

Sarò esagerato, e questo sarà l’ennesimo post che solamente in due leggeranno sino alla fine, ma queste parole mi hanno fatto riflettere da diversi punti di vista.

In questa poesia io ho visto un duplice significato, familiare e perfino lavorativo. È primario, non c’è dubbio, il riferimento al rapporto genitore-figlio, perché io, da buon siculo ormai cinquantenne, faccio parte di quel miliardo di persone che veniva baciato (metaforicamente) dal padre mentre dormiva.

No amici miei, scusatemi, in questa sede, in questo post, non mi va di fare discorsi scemi sulla differenza fra sud e nord, nord e sud. Non so come abbia funzionato al nord, posso soltanto dire che, al meridione, sino a qualche anno fa, sicuramente sino alle generazioni nate prima degli anni ’80, c’era un certo modo di comportarsi, una certa educazione, regole non scritte, atteggiamenti, abitudini, che portavano il padre ad essere il Capo Famiglia (non a caso sul “Libretto delle Giustificazioni” scolastiche era chiamato così), il Re indiscusso della famiglia, colui che vede e provvede, lavora e mantiene ‘a famigghia, porta i picciuli a casa e ha, come scopo prioritario della sua vita, quello di fari manciari la propria moglie e i propri figli, sia che siano due, sia che siano otto.

Non c’era spazio per i sentimenti, ecco perché questa poesia è una diapositiva perfetta e stupenda di ciò che abbiamo vissuto in tantissimi. Qualcuno, una volta cresciuto, ha avuto probabilmente il coraggio di cambiare, di mostrare stima e affetto ai propri figli con le parole, non solo con i gesti, comprandoti una Fiat 126 o una Vespa 50.

Ai miei tempi le emozioni, i sentimenti, erano da “femminucce” e, a dire il vero, nemmeno soffrivi della totale mancanza di gesti di affetto, semplicemente perché eri abituato così, era giusto così. Mio padre ? Un Supereroe come un personaggio Marvel: oggi mi ha portato a mare a Mondello ! Piangere perché quella stronza mi ha lasciato ? Giammai, i masculi non piangono, piangere è roba da femmine, se mio padre mi vedesse piangere penserebbe che sono un frocio !

Lello, mi permetto di chiamarlo così perché vorrei abbracciarlo come se fosse un amico, alla fine ti regala la sorpresa: no carissimo, io a mio figlio il bacio glielo do da sveglio.

Questo, probabilmente, sarei stato io se fossi diventato genitore. Pur essendo molto orgoglioso di mio padre, il quale mi manca ogni santo giorno della mia triste e inutile vita, mi sembra giusto dire che io avrei cambiato l’andazzo, avrei dedicato ai miei figli più sentimenti e meno Commodore 64.a.

Dicevo che la seconda considerazione riguarda il lavoro. L’esperienza lavorativa che ho svolto in questo trentennio, mi porta a pensare che purtroppo i nostri titolari non sono capaci di gestire il “materiale umano” che hanno a disposizione. Stipendio (e ringrazia pure che te lo do) e stop. Non sto dicendo che mi è sempre mancato il bacio della buonanotte del capo ma purtroppo, secondo me, c’è la tendenza a capire il reale valore di quella persona, solo quando questa se n’è andata. Non è solo questione di dare la 100 euro in più, così come non era questione di Vespa o Jeans nuovi con il padre, ma di gesti, di giuste scelte, tramite le quali si può dare atto a quei pochi validi che hai in azienda (perché mi confermerete che in ogni azienda c’è chi trascina e chi se ne strafotte), che sono fondamentali.

Tutti bravi a dire “Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile” ma, a conti fatti, se uno dei “trascinatori” molla, la barca va alla deriva, e se accumuli quintali di delusioni, non c’è aumento di stipendio che regga. Ecco perchè concludo dicendo: non aspettate che i vostri figli vadano a dormire per baciarli, così come non pensate che nessuno andrà via da quel meraviglioso luogo da sogno che è la vostra stupendissima azienducola.

Ve lo dico quasi in ogni mio post: godetevi le persone che avete accanto perchè la vita è un brivido che vola via.

Io sono stato figlio, ma ora sono padre,
queste cose mi sono mancate. perciò, non aspetto che vanno a dormire,
i figli me li bacio quando sono svegli.

Arrivederci.

6 pensieri su ““E’ figlie – I Figli”, la stupenda poesia di Lello Florio.

  1. Bellissima riflessione …. Soprattutto quando scrivi più baci e meno Commodore 64 . In una società dove tutto è on Line , si rischia di perdere l’immensa soddisfazione regalata da un piccolo gesto quali un bacio o un abbraccio . Vice’ , come al solito rilutti molto profondo e saggio

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  2. Complimenti per questo post e molto bella la poesia. Personalmente i baci e gli abbracci da parte dei miei genitori non mi sono mai mancati né da bambina e neppure da grande, ma comprendo benissimo chi invece queste forme affettive ne è stato carente da parte dei genitori. Buona serata 😉

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  3. Bellissimo post!

    Io sono stata fortunata: mia madre è stata per noi due figli una grande mamma chioccia. L’unico rimpianto è stato perderla troppo presto.

    Per la considerazione lavorativa, concordo che mentre i lavoratori sono comunque costretti ad adeguarsi all’evoluzione del mondo del lavoro, la maggior parte dei titolari rimane ignorante e convinta di poter disporre dei dipendenti, e di poter discriminare chi non si piega…

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  4. si…. purtroppo.

    sempre noi a tirare il carretto…..

    Qualche datore di lavoro ogni tanto si sveglia e lo capisce, ma la maggior parte ragionano ancora come negli anni ’70 che tutto ciò che fai è dovuto, dato che sei pagato (il minimo sindacale). Complimenti comunque, uno degli articoli migliori

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