Mi sveglierò quando la pasta sarà a tavola ! (sottotitolo: Gli annelletti di Carla).

Domenica scorsa, grazie probabilmente al clima godurioso della mia stagione preferita ma soprattutto al raro silenzio concessomi della vicina scassaminchia, mi alzai dal letto in un orario insolito.

Credo che fossero le 9.30. Avendo raggiunto la semi-anzianità, difficilmente mi sveglio così tardi. Aspetti il fine settimana per goderti il lettuzzo ma poi, alla fine, ti svegli praticamente allo stesso orario di un normale giorno lavorativo.

Questo insolito risveglio tardivo, mi fece tornare in mente i tempi in cui ero bambino o comunque ragazzino, e la domenica capitava di svegliarsi “tardino”, sia perché il sabato sera si andava a letto tardi, sia perché … insomma era pur sempre Domenica ! Se il Signore riposò, perché io non posso, dopo una settimana trascorsa fra i banchi di scuola ?

Dopo tantissimi anni mi tornò in mente una delle frasi-cult della mia famiglia: “ti sei svegliato ‘ca la pasta a tavola !!”. Succedeva, e anche spesso, fra me e i miei cugini. Insomma o, come detto, era domenica, o perché eravamo in piena vacanza estiva, poteva capitare di svegliarsi quando la pasta era già a tavola.

Altro che colazione ricca di energia per affrontare col giusto piglio la giornata, altro che caffettino: cesso, rapida “lavata i facci”, e subito via in cucina col diretto delle 12.30.

Il sapore della pasta in bocca che sapeva ancora di sogni, è indimenticabile !!

Crescendo, quello che era un modus operandi, divenne semplicemente una battuta. Con un laconico “Rumani mi susu ca pasta a tavola !” (domani mi alzo con la pasta a tavola), s’intendeva comunicare alla gentile famiglia che avremmo dormito sino a tardi. Cosa che, ovviamente, non accadde più, perché poi crescendo, almeno il sottoscritto, riusciva a svegliarsi in un orario “decente”, pur facendo tardi la sera prima.

Quando si parla di ricordi giovanili e della mia vita palermitana non posso non ricordare le leccornie che erano presenti sulla tavola soprattutto la domenica. Erano i bei tempi; tempi in cui i problemi erano che non capivi un cazzo di radio elettronica o che Annalisa non voleva darti un bacino. Che grandissima bottana !

Non voglio fare un post sull’argomento-culinario, anche perché ne parlai una decina d’anni fa, ne “Gli odori della domenica”. Però ricordo-chiama-ricordo, e quando si parla di mamma o di pranzi palermitani, è quasi naturale ricordare la pasta al forno.

Gli annelletti al forno rappresentano uno dei nostri piatti-bandiera. Quando un amico veronese mi dice che andrà in Sicilia per le vacanze e mi chiede qualche dritta su cosa mangiare “assolutamente”, io nomino in primis la pasta al forno e successivamente l’ormai famoso street-food, ovvero il pane panelle e crocchè, il pane con la meusa e ovviamente le arancine, che solo qualche mongoloide chiama al maschile. Ovviamente la short-list non finisce qui. Come si fa a non assaggiare la caponata ? E che dire delle sarde a beccafico, a pasta chi sardi, la pasta col finocchietto selvatico, a pasta chi vruocculi arriminata, la cassata, i cannoli, le sfince di San Giuseppe ? (Tutta roba con 0% di grassi !).

Questa lunga premessa per dirvi che ieri ebbi la graditissima sorpresa di ricevere in dono delle vaschette di pasta al forno cucinate dalla mia grande amica Carla (per gli amici Calla)..

Sarò il solito inguaribile-coglionazzo romanticone sentimentalone, ma è un gesto che va molto al di là del discorso “magna e tasi” (mangia e stai zitto). Una persona, veronese DOC, la quale non è mai stata in Sicilia ma che è assolutamente una Master Chef, si è presa la briga di prepararmi la pasta al forno. Incredibile ma vero.

Si, avete ragione, io non merito tanto, ma noi non glielo diremo. Per un tipo come me, che apprezza tantissimo pure il collega che mi porta un muffin o comunque un dolcetto fatto dalla moglie, è davvero qualcosa a dir poco emozionante !

Ovviamente oggi ho dovuto fare il “sacrificio” di testare quella che rappresenta la VERA grande svolta nella storia della Repubblica Italiana: gli annelletti al forno preparati da una non sicula che non ha mai mangiato questo piatto ! E’ come se un palermitano cucinasse il mio adorato risotto all’isolana o il bollito con la pearà !

Il risultato è un capolavoro, credetemi. Non lo sto scrivendo per far piacere ad una mia cara amica (lei già sa quanto la adoro, a prescindere dalla sua bravura in cucina !), ma oggi mi sono leccato i baffi. Continuavo a mangiare dicendo “come cazzo ha fatto ??”.

Ovviamente, come sempre e come in tutte le cose, la pasta al forno di mamma resta un ricordo indelebile ed insostituibile, ma nella vita bisogna fare come Trony, cioè non fare paragoni stupidi e senza senso.

Vi lascio con qualche foto esplicativa. Stavolta sono tutte foto MIE, niente Gugle, niente inganni ! Ho voluto postare qualcosa di VERO, non di “fatto bello per il web”.

Ciao !

La “storica” pasta al forno versione Carla. Sapore stupendo. Manca solo un po’ di “rosso pomodoro”.
Pasta al forno versione mio cognato Totino. Molto buona, anche se stando al forno più tempo del necessario, spesso si becca qualche anelletto “bruciacchiato”.
La pasta al forno di Mamy. Patrimonio dell’Umanità. Le piaceva usare i piselli grandi e le melanzane fritte erano la chicca (insieme alle uova sode, che ha messo anche Carla).
Pasta al forno cucinata alla madre di una mia amica Molto Bella. Molto più “umida” delle versioni di casa-Mobys, quindi esattamente all’opposto dell’idea di pasta al forno di mio cognato. Io preferisco questa. Masticare l’anelletto duro, infatti, non è molto piacevole.
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19 pensieri riguardo “Mi sveglierò quando la pasta sarà a tavola ! (sottotitolo: Gli annelletti di Carla).

    1. “Che bontà in tutti i sensi” sembra una frase buttata lì di corsa, invece è la perfetta sintesi ! Bontà culinaria e bontà di una persona che si prende sta briga, fra l’altro per uno come me che non è certo il massimo della simpatia ..

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  1. Aahhahah che reportage! Hai un bagaglio di foto incredibile, non pensavo di rivedere alcune “paste al forno” purtroppo i tuoi lettori non sapranno mai le chicche dei commenti a caldo, e di quello che c’è attorno al tavolo nella fase divisione porzioni ahhahah “mettine un altro pocooooooo, chi sugnu malato?”. La pasta di mamma sarà sempre top per mille motivi, età compresa, io comunque mai alzato con pasta a tavola! mentre tu per dormiiiireeeeeeee 🙂

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    1. VERO ! Mentre il popolo dei “picciotti” dormiva beatamente, lo ziomartin era già operativo a bruciare sterpaglie ! 🙂 E che dire delle gare fra cugini ?? “miiiiiiiiii Pieruccio è giunto al terzo bis !!!!”

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  2. un post che mette davvero appetito, squisito direi. 😋😋😋😋😋😋😋Sul fattore dormire invece andiamo in direzioni opposte, io penso che in vita mia non mi sono mai svegliato oltre le 7,30 del mattino, anche se rientravo all’alba, piuttosto saltavo una notte, ma il giorno lo vivevo sempre dal mattino 😊😊 In genere a me bastano 4 ore di sonno per stare già più che bene. Sono instancabile 😁 ieri per godermi la mia giornata di riposo mi sono fatto 24 km a piedi, giusto per dire 👍👍👍

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  3. Troppo buono sei …!!! 🙂
    Per la prossima volta ho preso nota:
    – aggiungere melanzane fritte
    – più pomodoro
    – usare piselli grandi (ho appositamente preso quelli piccoli pensando che fossero più adatti, pensa te….)
    E comunque con le indicazioni di mio fratello ora dovresti essere in grado di cucinare il risotto al tastasal, vero?
    A presto

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